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Spugna per cucina: le alternative green!

A volte non ci pensiamo, ma è grazie a delle piccole accortezze da praticare nel nostro quotidiano, che si può aiutare l’ambiente. Ad esempio, per anni ho utilizzato in cucina le classiche spugne gialle e verdi, quelle che comunemente troviamo nei supermercati, ignorando i danni che queste possono provocare.

Solitamente, infatti, le spugne acquistate al supermercato sono composte sia da schiuma di polietilene, un materiale ottenuto dalla raffinazione del petrolio, sia dall’aggiunta di disinfettanti contenenti triclosan, un agente antibatterico utilizzato in diversi prodotti, quali cosmetici, mobili, tessuti ed in generale per la pulizia. Questa sostanza battericida se da un lato sembra essere ideale, perchè previene la crescita di batteri, muffe e funghi, dall’altra non lo è, poichè non può essere smaltita in maniera sostenibile nuocendo all’ambiente, soprattutto se disperso in acqua, divenendo letale per pesci e altri animali acquatici.

Proprio a causa delle sostanze impiegate per la loro produzione, le spugne in materiale plastico non possono essere riciclate o compostate, finendo così tra i rifiuti indifferenziati, che se non smaltiti in maniera corretta, potrebbero contaminare direttamente il suolo e l’ambiente.

Stesso discorso vale per i panni che utilizziamo per pulire le superfici della cucina: le microfibre che li compongono, staccandosi, si disperdono nell’ambiente, e peraltro sono confezionati in bustine di plastica.

Per rimediare a ciò, esistono delle alternative green da adottare, ed in questo articolo vi parlo di alcune opzioni per poter essere sostenibile anche in cucina, analizzando i pro e contro del loro utilizzo.

SPUGNA IN LUFFA: La prima soluzione per sostituire la classica spugna è utilizzare quella in luffa! La Luffa è una spugna vegetale che si ottiene tagliando in 4 o 6 pezzi la polpa fibrosa ed essiccata del frutto della Luffa Cylindrica, una pianta di origine orientale appartenente alla famiglia delle zucche. Attualmente viene coltivata anche in Italia nelle regioni a clima caldo come la Sardegna e la Sicilia. Oltre ad essere impiegata come spugna esfoliante per la pelle, negli ultimi anni ha visto un crescente impiego come spugna per le stoviglie grazie alla sua azione leggermente abravisa.

Ho acquistato due tipi di spugne in luffa.

La prima tipologia, acquistata su Amazon, si presenta sottile e va immersa in acqua prima di ammorbidirsi, raggiungere un notevole spessore e poter essere utilizzata. Nonostante l’abbia lasciata per lungo tempo in acqua, usandola diverse volte, rimane ancora troppo rigida, rendendo difficile la pulizia delle stoviglie soprattutto negli angoli. E’ facile da pulire ed il laccetto di cui è dotata ne permette una miglior asciugatura, ma non essendomi trovata bene, ne sconsiglio l’acquisto.

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La spugna in luffa che invece suggerisco, è quella che ho acquistato nello shop di GreenTribu. Come per la precedente spugna, per il suo primo utilizzo basta immergerla nell’acqua per poterla ammorbidire ed ha anch’essa un comodo cordino per appenderla, prevenendo così la formazione di muffe. L’aspetto che però mi preoccupava di questa tipologia di spugna era la sua trama, non troppo compatta: se infatti da un lato questa sua caratteristica la rende molto flessibile, dall’altro temevo che i resti di cibo potessero rimanere incastrati all’interno della stessa. Effettivamente al momento dell’utilizzo qualcosa rimane impigliato ma, come per tutte le spugne, basta sciacquarla bene e torna come nuova! Inoltre ciò che mi ha piacevolmente colpita è il dover usare poco prodotto detergente per insaponarla e che non graffia le pentole; infatti pur rimanendo morbida riesce a lavare anche l’unto più ostinato. Unica “pecca” è che essendo composta da materiale fibroso, bisogna porre una maggior attenzione quando si lavano i coltelli perchè potrebbero sfilacciarla. Una volta terminato il suo utilizzo può essere gettata nell’organico/compost.

SPUGNA FIBRA DI COCCO: Un’alternativa alla classica spugnetta metallica è la spugna in fibra di cocco. Questa nasce dalla lavorazione del rivestimento esterno di un frutto, la noce di cocco. Ad essere onesta con questa spugna non mi sono trovata molto bene, non tanto per la qualità che è ottima, in quanto solo al primo utilizzo ho potuto riscontrare la perdita di alcune fibre, quanto per la praticità. Personalmente non ho trovato agevole il design, ed al tatto l’ho trovata fastidiosa a causa della rigidità delle setole. Visto il materiale di cui è composta, la spugna è biodegradabile ma le setole sono agganciate ad un filo d’acciaio che va smaltito separatamente. Anche queste le ho acquistate da Green Tribu e nella confezione, in carta, trovate due spugne.

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SPUGNA IN RAME: Opzione che ho trovato valida per sostituire la comune ramina, è la spugna in rame. Acquistata su Green Tribu, è ideale per eliminare le incrostazioni da stoviglie in metallo e smaltate. E’ una spugna che si pulisce con facilità, non arrugginisce e rimane abbastanza compatta. Come consiglia il sito, è inoltre ottima per rimuovere le etichette dai barattoli, così da poterli riutilizzare . Terminato il suo ciclo di utilizzo, non esistendo una raccolta specifica per il rame, si potrà gettare nei rifiuti metallici.

SPAZZOLA PER PENTOLE: Come alternativa alle spugne in generale, possiamo usare la spazzola. Questa, acquistata su Amazon, è formata da un’ agevole impugnatura in legno di faggio e da setole vegetali dense e resistenti. Un oggeto davvero utile, da poter adoperare anche in altri ambienti della casa, mentre in cucina è ideale per la pulizia di pentole e padelle, poichè unisce la praticità delle spugne morbide all’efficienza di quelle abrasive. Finito il suo utilizzo basta sciacquarla e riporla con le setole rivolte verso il basso di modo da non rovinarle e far asciugare al meglio la parte in legno.

PANNI IN SPUGNA: Come accennavo all’inizio dell’articolo, non sono solo le spugne che adoperiamo in cucina ad essere inquinanti per l’ambiente, ma anche quelle che utilizziamo per pulire le superfici. Ai classici panni in spugna, composti da materiale sintetico o plastica e che si disfano in breve tempo, suggerisco l’utilizzo di quelli realizzati in cellulosa. In particolare queste che ho acquistato, sempre sul sito di Green Tribu, sono realizzate da un 70% in cellulosa e per il 30% in cotone. Dal design sfizioso, questi panni nonostante siano sottili, si rivelano un ottimo prodotto: facili da lavare, ma tendono a macchiarsi, non emanano cattivi odori e sono compostabili.

Queste sono solo alcune alternative green che potete provare nel vostro quotidiano, contribuendo a diminuire la produzione di oggetti composti da sostanze plastiche e tossiche per l’ambiente e dunque anche per noi. La maggior parte degli acquisti sono stati fatti su Green Tribu, un sito green con uno shop davvero ben fornito e che inoltre ha deciso di collaborare con l’organizzazione One Tree Planted, piantando così un albero per ogni ordine.

Possiamo essere sostenibili anche mentre laviamo i piatti!

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